Attempato ormai è il tempo
di ridicoli rimorsi, restii rimpianti
e d'abbandonarsi, abbaiando, all'abbagliante oblio dei sensi:
sol son stato per anni, che parvero secoli e, forse, furono attimi.
Sol il dolo, dono d'esistenza, continuò a battermi!
Ostico ossimoro il vivace cadavere che fui...
Verbo valente inebriante arriva; mi tocca!
In acerba cervice attecchisce, s'attacca.
Vibrando notturne note di pedanti pensieri,
omaggiando ancor chi, questa mano, dotò dell'arma.