Quelle tue cinque dita,
quella tua mano che doveva
accarezzarmi il viso,
anziché lasciarvi l’impronta
dell’efferata tua violenza,
sono un ricordo ormai lontano.
Da tempo ti ho cancellato dal cuore
e dalla mente. Sei stato così
terribile, che non meriti
nemmeno l’odio, ma solo oblio,
segno di profonda compassione
che per te provo.
Ti scrivo questi versi,
per farti sapere
che quell’implume, impaurito
uccellino, che tu sapevi rendermi,
ora è diventata un ‘aquila fiera,
una donna che ama la vita,
una donna vera.
Vedo la vittoria,
nel volto dei miei figli,
splendidi uomini,
da me educati alla pace e all’amore.
Sicuramente una donna
mai faranno soffrire.