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violenza in famiglia

Quelle tue cinque dita,
quella tua mano che doveva
accarezzarmi il viso,
anziché lasciarvi l’impronta
dell’efferata tua violenza,
sono un ricordo ormai lontano.
Da tempo ti ho cancellato dal cuore
e dalla mente. Sei stato così
terribile, che non meriti
nemmeno l’odio, ma solo oblio,
segno di profonda compassione
che per te provo.
Ti scrivo questi versi,
per farti sapere
che quell’implume, impaurito
uccellino, che tu sapevi rendermi,
ora è diventata un ‘aquila fiera,
una donna che ama la vita,
una donna vera.
Vedo la vittoria,
nel volto dei miei figli,
splendidi uomini,
da me educati alla pace e all’amore.
Sicuramente una donna
mai faranno soffrire.

 

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1 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 06/10/2012 14:17
    Di una sensibilità straordinaria che tocca il cuore e lo sciocca. Brava davvero!

12 commenti:

  • Verbena il 08/09/2014 17:57
    Stupenda poesia su fatti di vita oggi ricorrenti e tanto tanto dolorosi. I figli: la grande risorsa umana che sola può cambiare il corso delle cose. Complimenti cara autrice, che tu, ora, sia felice.
  • Marcello Caloro il 04/04/2009 13:06
    comprendo, ora meglio... ciao.
  • Anonimo il 19/03/2009 19:47
    Splendida... la rivalsa. Niente mai sfiori un essere indifeso. Di qualsiasi genere esso sia. È una composizione triste, ma, correggimi se sbaglio, piena di speranza per le donne che subiscono tali atti. I miei complimenti più sinceri. Chapeau.
  • Anonimo il 19/03/2009 19:40
    una pagina di vita in sofferenza.. di una donna che racconta la violenza..
    di un uccello che non a piu paura.. che ha guardato dentro e ha spiccato il
    volo.. Tu sei una DONNA.. forte e coraggiosa
    un abbraccio Aurora
  • loretta margherita citarei il 07/03/2009 20:03
    questa poesia è stata scritta per le donne che subiscono violenza in famiglia, è dedicata al mio ex marito, ma aver subito questo mi ha dato la forza di proporre la costruzione di centri di accoglienza, impegno che spero di concretizzare al più presto. comunque, la violenza non ha sesso, ma il messaggio che voglio dare è questo:trasformiamo in positività le cose negative che ci accadono
  • Riccardo Brumana il 07/03/2009 16:33
    immagino che quelle cinque dita siano solo la punta dell'iceberg altrimenti il tuo staccarsi da lui oltre a non aver motivo sarebbe anche ingiusto...
    da questo presupposto, ti dico che anche a me a volte è capitato di provare rabbia nei confronti di mio padre... per motivi che non sto qui a spiegare... ma poi penso, "se il suo essere severo mi ha portato a essere quello che sono, alla persona che amo e rispetto... allora forse il suo non era veleno, ma una medicina amara"
    ovviamente ogni storia fa a se... io ti ho voluto portare solo la mia esperienza-opinione.
    di certo si capisce che ti piace la persona che sei diventata e che hai saputo creare la famiglia che volevi. piaciuta.
  • Marcello Caloro il 07/03/2009 13:19
    Autobiografica, temo. Ancora più avvertita in prossimità della festa delle donne.
    La violenza entro le mura familiari, subdola, incontrollabile, diseducativa...
    Il riscatto nell'indifferenza verso chi ha violato e nella sicurezza d'aver fatto la scelta giusta: figli, futuri uomini, ringraziano una mamma coraggiosa! Ciao.
  • cesare righi il 07/03/2009 10:35
    Ciao Loretta, una piccola lacrima ed un brivido lungo la schiena. Non ho parole, solo una sensazione strana di rabbia e impotenza. Mi riempie di gioia sapere che almeno due donne, le spose dei tuoi figli, conosceranno il vero significato della parola UOMO. Chissà un giorno ci incontreremo a Ravenna davanti ad un bel piatto di spaghetti alle vongole... ciao ciao
  • Fabio Mancini il 07/03/2009 09:10
    La tua composizione è interessante perché ricrea un percorso psicologico della donna vittima delle violenze. Ma tu conosci meglio di me, gli strascichi che ne conseguono da una violenza subita e non sempre la strada della compassione è alla portata di tutte le donne. Spesso l'odio ed il rancore restano i protagonisti. "Dimenticare" non è facile per nessuno, tantomeno se le violenze perpretate si sono protratte per anni. Spesso, e lo sai meglio di me, si finisce nello studio dello spicologo per fare terapia. Però hai pienamente ragione, quando dici che la sofferenza rafforza, io posso testimoniare che la "mia" sofferenza, mi ha irrobustito e l'altro aspetto è quello pedagogico-educativo, fondamentale per costruire veri uomini. Cara Loretta, mi piacerebbe vedere meno uccellini impauriti in giro, ma anche meno aquile e forse qualche colomba in più felice di vivere. Chissà se ciò sarà possibile. Ciao, Fabio.
  • tanya belletti il 07/03/2009 08:41
    Bellissima loretta! ora le tue ali sono solide e forti.. vola sicura verso la vita
  • Marcello De Tullio il 07/03/2009 08:10
    Un aquila che voleva volare nell'infinito blu del cielo molte volte dagli uomini viene ferita e cade ma in altri uomini esiste nei loro cuori la gioia di vivere e di far vivere e così con parole di conforto e di speranza aiutano l'aquila ferita a rialzarsi da terra e con l'aiuto dei suoi figli pian piano riprenderà a volare nell'azzurro del cielo.
  • Vincenzo Capitanucci il 07/03/2009 06:15
    Bravissima Loretta... un'Aquila Reale... in libero volo nel Cielo... con i suoi Aquilotti...
    nutriti... di pace e Amore...

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