Mi definiscono Lucciola,
o donnina allegra.
Non ho niente di allegro,
anzi,
sono incazzata,
nel senso letterale.
Della Lucciola ho il rosso,
colore della vergogna,
e i punti neri
che macchiano l'Anima.
Non ho le ali,
tarpate
anni fa
da mercanti senza scrupoli,
ex ufficiali della Grande Armata,
razziatori nei teatri,
nelle fredde notti
di Praga.
Costruttori di miraggi,
circuite con L'ingaggio
nei teatri tal dei tali,
delle Metropoli Italiane.
Adesso recito!
Il palcoscenico?
La strada.
La scenografia?
Il lampione in fondo alla via.
Interpreto bene,
sospiri e gridolini
quando vado in scena.
La notte mi somiglia,
allarga il manto nero
e tutto imbriglia.
LAtttrice allarga le cosce,
sono una figlia.