Eccomi giunto al fine
non per gioco, non per destino,
ma per fatalità.
Così vicino sembra il mio cammino,
lascio a te le mie impronte,
e dei miei domani solo illazioni.
Sento nel battito la paura,
poi nella mente mia la tua
e le tue certezza faccio mie.
Quanto è arduo il passaggio,
tutto il mio essere rimane ancorato
ad un presente ormai senza futuro,
ed il vento mi sussurra il tuo saluto.
Così, ormai certo di lasciarti,
per divenir in te come serenità,
parto.
Ti aspetterò, amor mio, senza frenesia,
cosicché noi nuovamente e gli altri in noi.