Rombava cupo il silenzio
in turbinii sfatanti i suoni
nel proprio essere l’apparire
fece vivida reale la luminosità
nell’infrangersi di facciata
la naturale Unità riapparve improvvisamente
d’abbagliante sfolgorante nudità
un fulmine a cielo sereno
in tutta la sua unificata grandiosa immensità