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Cinderella (libera interpretazione)

«Ecco... Finalmente l'ultima pentola.»
Disse la bimba
che accudiva alla cucina,
quando, all'improvviso,
udì una voce:
«Cinderella, Cinderella,
Cenerentola, se vuoi,
tesoruccio del mio cuore,
non ti vedo, ma ti sento...»

Uno squarcio di luce,
d'incanto, illuminò
la stanza: apparve
una figura luminosa
la quale esclamò:
«Ora ti vedo amore!»
«Anch'io.» Rispose la bambina:
«Sei la mia mamma!»
Ci fu un lunghissimo abbraccio.

Indi, la mamma chiese:
«Come stai? Giochi ancora
con la cenere?
Ti riscaldi al camino?
Vedo le chiome belle
come un tempo,
ma gli occhi sono stanchi...»
E la bimba: «O, dolce mamma
son molto affaccendata:
solamente il micino
un po' mi aiuta
porgendomi, la zampina
provvista di sapone
ed anch'egli strofina.
Tutti i giorni mi occorre
una panchetta,
per raggiungere
meglio la fontana
e così lavo la porcellana
di Madama, come famiglia
impone.»

«Mannaggia della miseria!
Figliola non stai bene
nella nuova famiglia?»
Risponde Cinderella:
«Oh, mamma,
la mia famiglia
eri tu sola:
il babbo non mi parla;

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3 commenti:

  • Nenia Samael il 21/08/2010 11:36
    che carina!! *__* hai mai pensato di scrivere fiabe?
  • tanya belletti il 02/04/2009 18:29
    Tra tanta cenere... c'è una gran delicatezza
    Dolce!
  • Anonimo il 25/03/2009 13:18
    Sinceramente non rientra nei miei gusti letterari.
    Ti rileggerò volentieri; alla prossima...
    Ciao
    Contessa Lara

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