Che io sia maldetto!
Il nome lo devo agli antichi conquistatori, l’occhio lesto e feroce alla mia pervasiva follia senza scampo.
Ed ho il cuore malato e furente, che tutto ama e tutto vuole senza lasciarmi tregua.
Ed ho l’anima gemente e decadente dei miti che sogno ancora vivi in qualche antro dentro di me.
Ed il cipiglio delle ere passate alberga silente nel mio verbo acerbo che tutto indaga e tutto scuote.
Ed è folle il mio sapore di vino.
Ed è terribile l’acquoso odore.
Che io sia maledetto!
Perché chi come me non sa darsi pace, perché chi come me non ha mete, perché chi come me spegne anche i più orgogliosi cuori, perché chi come me non da freno agli amati rancori, perché chi è come me merita la fine.
L’ultima indispensabile fine.
Che io sia maledetto!