ho cercato tra i boschi già battuti
fiori gialli e profumati,
la ginestra selvaggia forse.
L’ idillio che non muore, il perenne.
ah, lo avessi scovato! son certo,
per un suo perdono baratterei
il futuro.
ma a questo cielo,
soltanto ciò che è stato fa gola
più che un qualsiasi, inesplicabile domani.
la candela che si spegne è ben accetta
e la morte Lo interessa, non la vita.
ho tentato di stringere nel pugno la sabbia che potevo,
la mia presa fù lenta, ed essa colò via.
cadde il libro! lei si dileguò.
un mantello ai miei piedi
non è un amico: esso è mantello!
le vane parole, le cascate di riso e il pianto
son brevi poesie di chi morrà domani.
è scarno il bosco in cui
cercavo, un tempo, l’ anima,
e non fù inverno che l’ uccise
ma sapienti mani di ubriaconi.
ebbene, se non altro oggi comprendo:
quel che vanamente ho cercato
ha lasciato il suo tempo;
tanta morte fu per lui,
quanto inutile il mio sperare.