Quando la saetta colpì la mia culla
e mi accarezzò anziché bruciarmi
seppi allora di essere poeta
Essere diverso io
tacqui e mai parlai con alcuno
delle mie possibilità
ma potei salire sulla vetta
del mondo
vidi la creazione
e ne percepii l’essenza
solo a noi è dato di vedere
tutto
ciò che a voi mortali non è permesso
di noi è il raccontare
di noi è il vostro umore
le grida e i pianti
della terra narreremo
di lotte e di paure
di amori e di passioni
al vento affideremo
di noi il destino
e per ciò che a voi par strano
a noi è dato di conoscerne l’arcano