Se entri
nella bottega del poeta,
troverai centinaia di cianfrusaglie
che a te sembreranno inutili.
Troverai parole un po’ qui e un po’ là,
frasi senza senso,
versi che s’affogano in un bicchier di vino,
ma che poi vedrai risorgere splendidi,
superbi, di un color amaranto.
Spesso tra questa confusione,
tra libri aperti e sottolineati là e qui,
tra passioni taciute e tristezza lunari,
s’affanna il povero visionario
in qualche nuova poetica invenzione.
Ma ahimè rari sono i versi
che rubano del colore al cielo.
E il poeta si trova lì,
di fronte ad un mucchio di spazzatura,
ma con coraggio, ancora, cerca
di destreggiarsi in quel gorgo di parole.
Il paziente tessitore attende.
Attende che quelle parole birichine
in preda alla noia,
la smettano una buona volta
di svolazzare ovunque,
e che stanche s’adagino nelle mani del vate,
cercando l’eterno riposo.