Quando la nostalgia dilaga,
inondandomi la mente
con la forza di mille mari,
non servono dighe
ad arginarne il devastante divenire.
Rivoglio le lucciole,
delle calde serate di luglio,
voglio rincorrerle ancora
tra distese di gialli “piscialetto”
e sanguigni papaveri.
Voglio
urlare, al volo radente dei pipistrelli,
di una paura colma di gioia,
stringere delicatamente la mia lucciola,
esprimere il desiderio e liberarla,
messaggera delle mie speranze.
Rotolarmi sull’umida erba,
ammirar le stelle col naso all’aria
e respirare le grida della mamma che chiama,
rivoglio la luce delle lucciole ad indicar la strada
ai figli miei,
così che non si possano più smarrire.