Tutto scorre,
tutto è precario.
Le certezze prima o poi
se ne vanno,
lasciando dentro
un vuoto incolmabile.
Tutto scorre,
tutto è precario.
Il vento soffia,
l'erba è instabile:
la osservi
dalla finestra della tua stanza
e sorridi;
ogni suo filo è scosso da un brivido,
ma tu sei fermo,
fisso
e la scruti.
Tutto scorre,
tutto è precario.
Un bimbo gioca nel parco:
si alza,
azzarda qualche passo,
si sente importante,
una roccia;
poi la testa gira,
le gambe non reggono...
e cade.
Tutto scorre, è precario
te ne sei accorto.
Il vento rinforza,
l'erba trema, si piega, si accascia.
La testa sbatte, le ginocchia son rosse,
il bimbo piange.
Ora comprendo:
sono io.
E sporgendomi dalla finestra
e con una lacrima sul viso
realizzo:
tutto scorre,
tutto è precario,
sì,
anch'io...
stabilmente fragile...