L’umido rintocco
sul davanzale bianco
s’infrange in millesimi
e ricade tra rosai
di pulviscole gocce
e’ come un sudario
d’insopportabile peso
l’aria che ingoio
sotto un branco denso
di nubi gravide e fuligginose
pronte a straboccare
fatica il pensiero
s’attarda e si perde
da subito
negli umori viziati
della torbida terra,
di oleose paure
tracimante
abbasso le palpebre
come saracinesche
sulla vista che soffoca
ed in fretta scolora
immobile esausto
attendo diluvi
e rovesci
come panno da lavare