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Amore profano

Uomo mio,
possesso mai posseduto,
ebbra mi perdo
negli intricati labirinti
del tuo fremente corpo.
Ma piacere effimero
non placa
l’ arsura metafisica
del cuore.
Stordita riparto,
attraverso fiumi di tormenti,
cado in buche di solitudini,
mi flagellano
deserti infuocati.
Avanzo tra intrighi di foreste.
Ma ecco, incauta,
calpesto
fiore di rugiada.
Mi scuoto
e pioggerellina lieve,
placa arsura di sensi.
Tra velo di lacrime
intravedo
nuova sorgente di vita.
Sei Tu, o Dio,
l’Amore sacro
Sei Tu la pace del mio cuore?

 

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