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Nè vinti, nè vincitori

stavo nella nuova casa
un posto non male
stavo per i fatti miei
un tavolo, una sedia
un letto, e un 'armadio
c'erano altre cose
pero' va beh...

la notte non riuscivo
mai a dormire, il solito
il sonno non era mai
stato un grande amico

una notte in particolare
sentivo tutte le ossa rotte
tutta colpa del letto
o forse trovavo scuse
a causa del alcol
e delle anfetamine

il letto era un tappeto di chiodi
una roba da fachiri
stavo torturando me stesso
con del sano sonno


continuavo a vivere li
ero costretto
andava bene cosi'
ma la notte era sempre
un problema

Litigavo con la mia donna
o si chiavava troppo
o si chiavava troppo poco
per me non c'era problema
avrei lasciato il mio coso
dentro di lei pure
quando andava a scuola


e poi c'era sempre una strana
sensazione
una tristezza socchiusa
in quellla stanza

gli occhi delle ombre
fissavano i miei supplizzi
le mie agonie
le rogne, le rotture

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2 commenti:

  • CARMEN GULLO il 30/10/2009 22:18
    quando la poesia ti fa immaginare luoghi o personaggi... vuol dire che si e' saputa esprimere@
  • Anonimo il 11/06/2009 00:07
    una poesia che quando la leggi ti sembra di ricevere un cazzoto in pieno stomaco... bella nella sua durezza e nella sua crudeltà... il ritratto di un uomo avvolto nella sua solitudine che urla in quelle quattro mura, che gli tolgono ossigeno e gli succhiano linfa vitale, rabbia e disperazione... illusioni e delusioni che gli rodono il cervello... cadere o resistere? semplicemente nè vincitori nè vinti

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