Scomodo chi pensa
Ed al pensier unisce l’azione
Scomodo chi parla
E la sua voce ti entra nelle orecchie
Scomodo
Chi agisce e non si arrende
E chi nuota controcorrente
Scomodo
Chi tende la mano al suo vicino
Al prossimo, all’infermo, al misero
Tanto scomodo e fastidioso
Da ucciderlo prima di capirlo
Ciao a tutti
Leggendo questa poesia pensavo ad un aggettivo che possa definire in una sola parola una persona che al pensiero unisce l'azione.
Complimenti per la poesia
Credo di aver capito il senso celato nella tua poesia anche se solo chi scrive conosce la su aessenza, ciò che riesco a cogliere lo condivido ed è la sensazione che molte persone tendono a prevalere sempre e comunque lasciando in dispate chi ha un proprio pensiero chi cerca di appropriarsi del proprio io, chi è diverso perchè non comprende che noi siamo tutti diversi e non abbiamo bisogno di seguire una corrente come un branco di pecore. Ciò determina la libertà, sscegliere di agire, pensare o muoversi anche in una direzione opposta senza giudicare.
La poesia per avere un futuro deve tendere all’essenzialità.
Superiamo il decadentismo con una nuova poetica di ricerca dei termini, di corretta allocazione della parola, di messaggio completo e compiuto, prima nella mente del poeta e poi esteso agli altri.
La lirica non può essere solo sfogo del poeta, ma messaggio per gli altri.
Cosa deve fare il poeta? La sua è la ricerca della parola, del termine giusto da inserire al proprio posto, della scultura del “termine” della venatura della parola, come se fosse marmo. Solo così decollerà il nuovo rinascimento della poesia.
La maggior parte degli uomini sono filosofi in quanto operano praticamente e nel loro pratico operare è contenuta implicitamente una concezione del mondo, una filosofia. (Gramsci)