Densa come schiuma,
crema in fondo agli occhi,
e si perde, dignità di un futuro scritto a piccoli caratteri.
Marchio di fabbrica di un carillon,
senza carica.
Risuona nei ricordi l’amara consistenza di un gioco di sguardi.
La notte non disdegna un amante in più,
madido ormai nella stretta del giogo rosa,
rubato alla vanità.
Nonsenso di un teatro monotematico,
abbasso le tende e mi inchino.
Spettatrice di me stessa