Quella notte il tempo si è fermato,
l’orologio è crollato e tutto quanto è cambiato.
Una crepa nel muro, un botto nel cuore.
Per tutti un terrore, un enorme dolore
ma altri son morti e non se ne sono accorti.
La terra ruggisce e tutto finisce,
c’era una chiesa, c’era una scuola
e non c’è più neanche l’ aiuola.
Pianger non sai, pianger non puoi
ora che nulla è come vuoi.
Bella era la tua città,
anche se tutti vedono ora con aria funesta sol quel che resta.
La mente vuol capire, perché a sé non sa mentire,
se prima qualcosa si poteva percepire.
Ricordi la sera che le luci vedesti e agli UFO credesti?
Ricordi i lombrichi strisciare ed invano scappare?
Ma allora dai Boschi con foglie argentate un urlo salì:
“oibò oibò, il sisma preveder non si può! ”.
Ma qualcuno rispose con voce forse non vera:
“col radon si può! ”.
Quella notte tornammo a dormire
ma per qualcuno significò morire.
La nostra città risorgerà se Loro mai non scorderà.