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La città d'Utopia

La Città d’Utopia cresce uomini nudi e distratti
nel profondo pudore negato della solitudine.
Uomo solo, disertore, uomo zingaro di professione,
la valigia di carta è pronta in cerca di un meridione.
E si va con premura, grasso sogno rincorrere un treno,
sogni ormai la città, forse un sole riscalda il miraggio,
oltre il buoi rinneghi di già la solitudine…. la solitudine.

Siamo negri, vagabondi, siamo puttane sedotte la notte,
siamo bimbi antipasto di un pranzo alla televisione.
Siamo gay, libertari, licenziati dalla religione,
siamo un popolo senza parola in cerca di un sogno.
La città d’Utopia ha ingegneri poeti del nulla,
corri già verso sud, c’è una figlia che vende al mercato
tre parole “lottare, sognare e dimenticare…. dimenticare”.

Il bambino visionario guarda il nulla nel cielo di cartone,
la città della Gioia è chiusa…. si va tutti in prigione.

 

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7 commenti:

  • Rocco Burtone il 30/07/2011 20:30
    Se andate su www. roccoburtone. it potete ascoltare questa canzone.
  • Anonimo il 15/02/2010 09:59
    ottima composizione. davvero bravo...^_*
  • Anonimo il 26/06/2009 18:35
    la città dell'utopia non è altro che sogno altrimenti che utopia sarebbe se fosse la la tua o la mia e non quella degli altri???
    e come il paradiso nogni uno lo immagina come vuole che sia!!!
  • Vincenzo Capitanucci il 24/06/2009 08:57
    La città dell'Utopia... cresce uomini nudi... vestiti si va tutti in prigione... senza gioia..
    bravissimo Rocco... da ottimi spunti... di riflessione... in incanti di parole... bambini visionari... poeti del nulla... lottare... significa... dimenticarsi...
    il nulla.. in un celato corpo di cartone... chiusa... la città della Gioia...
  • loretta margherita citarei il 23/06/2009 20:12
    piaciua, forse marcata la seconda strofa
  • Rocco Burtone il 23/06/2009 19:23
    Grazie Luca. Questa canzone ha più di vent'anni e forse in quel tempo... voleva essere una canzone di lotta.
  • Anonimo il 23/06/2009 18:59
    bene la prima strofa, poi diventa un po' banale, a parlar di negri e puttane senza freno. non volgare, un po' banale. ma il finale è carino. ciao.

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