username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Il Guado Improvviso Del Dolore

Muta in oro il tempo
alle porte del ricordo
che nel cuore vive inviolabile.
A chi affidi il tuo momento,
Uomo,
che alla vita ti sveli ingenuo e stanco,
e ne porti l’aspro manto
intriso di gioia e pianto?
Eteree son le dita
che fragili stringono
le redini del nostro universo:
sfuggono impalpabili ad ogni sogno;
vedi forse ancor
divine leggi guidar splendenti
il transitar dei giorni nelle notti?
Nessuno più conduce la tua nave,
volta alla deriva in questo mare,
perché Dio,
sfinito nel naufragio,
ha lasciato al caso il suo timone.
Odi distorta la sua voce
Ora che sperduto negli abissi dell’eterno
Grida straziato invano il nome tuo,
come te anch’egli senza leggi
prigioniero scalzo dell’infinito.

 

0
5 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

5 commenti:

  • Adamo Musella il 28/06/2009 18:16
    Difficile navigare in queste condizioni, ma nonostante tutto l'amore per la vita ci porterà al sicuro; poesia molto riflessiva cara Enrica, baci
  • Anonimo il 27/06/2009 10:01
    bellissima, di una musicalità infinita.. Dio sfinito nel naufragio... complimenti...
  • antonio castaldo il 25/06/2009 15:46
    bellissima! me la tengo.
    benvenuta! kiss!
  • Vincenzo Capitanucci il 25/06/2009 11:16
    Nel ricordo inviolabile... l'uomo riprende in mano timone... per sfuggire al naufragio universale...
    Bellissima Enrica... dove libero arbitrio e predestinazione s'intrecciano... in un libero nodo... incomprensibile... ai prigionieri scalzi dell'infinito...
    Odi di voci... distorte...
  • loretta margherita citarei il 24/06/2009 20:50
    c'è dolore, ma non condivido quel dio che abbandona il timone è l'uomo che fa sbandare la nave

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0