Sono la tua Itaca,
la tua terra
e ti attendo mio amato re.
Ogni notte
nel braciere acceso
sul mare, getto
un pezzo del mio cuore
per non spegnere
il sacro fuoco
che ti indica l’approdo.
Oh, mio Ulisse,
ti vedo naufrago
su quell’isola deserta,
riverso sulla sabbia del dolore
osservi la tua nave
arenata, china sul fianco,
attendere l’amara sorte.
Destati guerriero
delle mille vittorie,
ritempra lo spirito
e costruisci nuova zattera,
attraversa il mare della speranza,
Eolo ti sarà amico
e se gli dei vorranno mutare
la sorte,
la mia forza di terra selvaggia
muterà la loro.
Vedrò un giorno la tua vela
spuntare all’orizzonte,
t’accoglierà il mio grembo
di nuova primavera
e cingerò la tua fronte
con corone di sacro ulivo.