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Una lacrima
E varcata che fu
la soglia, per andare
ove il primo lavoro mi chiamava,
mi apprestai a chiuder l'uscio
della casa, ma questo
si chiuse da sé.
Mi trovai sulla strada,
accanto a me,
i miei due angeli;
ognun di noi teneva una valigia.
Sentii per l'ultima volta,
la brezza del mare,
il profumo dei fiori,
l'odor del pesce fritto,
l'odor delle frittate
che da altre dimore veniva
e parvemi sentir
furbo il silenzio
dei pesciolini azzurri,
guizzanti dal lago...
Guardai la casa:
silente tra gli allori;
credevo di non piangere:
e invece... Piansi... E tanto.
Una lacrima...
La più piccina, la più tremula,
la più ribelle,
mi disse: “No, non voglio venire”.
Discesa lungo le guance,
fu sollevata dal vento;
di là dal muro; sospinta,
cadde nel cuore di una pianta.
E, dopo un po',
nacque una bambina.
La bimba crebbe,
visse tra i profumi...
Amava la fragranza
delle rose, pudiche ed antiche
su la scalinata; le piaceva
il profumo delle fresie,
dei gigli, del caprifoglio
pendente da vecchi muri;
acre e soave ad un tempo,
ricordi a lei riportava, di miti
estati, ventilate,
quando, la famiglia riunita,
sulla veranda, sorseggiava,
gradita, l'antica granita al limone.
Dopo, la bimba, silenziosa
entrava nelle stanze: tutto
le sembrava remoto;
ogni colore, diventato
ocra, parlava del mistero,
della vita. La bimba entrò
in cucina, da dove un canto,
le sembrò provenire,
da dove sentì ancora,
aromi di vivande note.
“Io rimarrò qui, ”
disse a se stessa.
“Aspetterò quella testarda
che ad ogni costo
volle andare via
e della quale sono
infinitesima parte.
Io rimarrò fanciulla;
ella è una donna,
molto provata dalle avversità.
Ma se verrà costì,
nel suo vecchio giardino,
io la rincuorerò
e le offrirò un bicchiere
di pura acqua di fonte. ”
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