Io non capisco perché due più due non fanno tre,
Perché la luna non fa capolino alle dieci del mattino
Ed il sole a mezzanotte il buio non inghiotte
E perché il panettiere non diventa petroliere.
Non capisco perché non è bianco il caffè
E perché nella ghiacciaia non ha caldo la massaia.
Nell’igloo dell’esquimese non ci vive l’albanese,
Perché tutto quanto l’oro non si trasforma in pomodoro.
Non capisco perché devo fare il bidè
Se ho bagnato le mutande vuol dire che non sono grande
E se quindi son piccino mi si cambi il pannolino,
Mi si metta a dormire senza farmi spazientire.
Non capisco perché devo dire trentatre
Al dottore che mi tasta, ché ho mangiato troppa pasta.
No, non voglio lo sciroppo, devo prenderlo purtroppo
Ed infin con una pacca mi manda al cesso per la cacca.
Ed ora ditemi perché, se due più due non fanno tre,
Facendo attenta divisione, scopro una contraddizione,
Che dando il pane a tutto il mondo, non mi torna proprio il conto:
Tu ne mangi trentatre ed io nessuno cosicché
La matematica del buontempone diventa una opinione,
Che pochi stanno a pancia piena e altri cantan la novena
Chiedendo pane a San Gennaro che fa un miracolo piuttosto raro
Sciogliendo il sangue nell’ampolla, si mette a piangere la folla.
Non piangere Gesù, la matematica non studio più.