In un meriggio d’estate
irruppero calde le labbra,
violente, violacee,
orlate di luce,
chiedevano voluttuose
il mio sapore.
La tua pelle effuse
l’odor di gelso,
di liquirizia, di amarena,
colsi di ciascuno l’intensità,
al mio olfatto eccitato,
mancava ora, il tuo sguardo.
Il cielo spense il sole,
della tua bocca sentii il calore,
impressa sulla lingua la dolcezza,
il palato sfiorai con morbidezza.
Ti baciai e ti ribaciai ancora,
senza che il sapore di te
s’attenuasse.
Giovane era la notte.