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U ventu

Niscìu assìra
pi cancìari antìcchia aria.
U ventu, leggiu e frìscu
mi susciava ‘ntra arìcchi.

“Mi senti? Sugnu a vuci
ri cu nun avi parola.
Si m’ascuti, ti parru”

Mi sintìvu pigghìatu ri turchi!
Furriavu ‘ntunnu a mia
ma a nuddu vitti.

“Nun ti scantari, amicu ti sugnu,
ti fazzu ciariari lu ciavuru
ri gelsumini
e l’aria salata ru mari”

Si zittìu un minutu,
comu pi tirari u ciatu,
e, respirannu, smuviu
li fogghi ‘ncapu ‘u marciaperi.

“Sugnu stancu
p’a sfuriata
r’aieiri.

Quannu sentu li vuci
ri matri chi chiancinu
i figghi morti,
i grira ri armi dispirati,
ri vecchi e picciriddi
ammazzati
pi ‘na guerra
chi nun ficiru iddi,
o pi fami e malatia
pi curpa r’un munnu orbu e surdu …
… m’abbilìu …
… iu scappu …
e sempre ‘chiù forti curru
quannu ‘sti disgraziati,
chi m’assicutanu,
si fannu ancòra ‘chiossai.

Smovu puru u mari
e vaiu sbattennu contru chiddu
chi mi veni prima:
arbiri e casi,
purtannumi appressu
chiddu chi capita
puru di farici sfugari
a raggia chi li turmenta.

Quannu torna u sirenu
mi sentu bonu puru iu
e, cu cori ‘n paci,
t’abbrazzu, frati miu. ”

Finutu ri parrari
u ‘mpruvvisu e lestu ciusciuni
mi fici arrizzari i carni.

U ventu s’inniu.

 

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0 recensioni:

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12 commenti:

  • Inchiappa Vito I Song il 11/09/2009 08:41
    Grazie a tutti voi dei graditissimi commenti.
    Si dice che quando il vento è infuriato, vorticoso e così scatenato da portare con sè quel che trova, strappare rami o divellere gli stessi alberi o scuotere ciò che può sollevare (come se afferrasse con delle braccia degli oggetti) e sibila, urla, emettendo suoni che fanno inorridire... vi siano in esso delle anime disperate, dannate che agiscono così per trovare pace dalle loro afflizioni.
    Raccomandano pure di non uscire di casa o di proteggrsi bene, di non alzare il capo, di non resporare a "pieni polmoni", di non essere troppo spavaldi, sicuri di sé perchè si potrebbero incamerare degli ospiti indesiderati. Sono leggende... ma avranno pure una ragione...
    Un abbraccio a tutti voi: Loretta, Giusi, Michele, Marcello, Salvatore, Floriana, Marheil, Giuseppe, Ugo e M.
  • Anonimo il 11/09/2009 07:31
    L'immagine di te che ascolti le parole del vento e' bellissima.
    Nella sua furia o nella sua lieve brezza il vento ha sempre con sé qlcosa da raccontarci...

    Bellissima

    M
  • Ugo Mastrogiovanni il 04/09/2009 20:16
    Gustata e molto apprezzata, anche perchè sono abituato a leggere Camilleri.
  • Giuseppe Bellanca il 04/09/2009 12:14
    Ero sicuro che in dialetto avresti dato il meglio di te. Ho apprezzato moltissimo la tua poesia bella intelligente e riflessiva, un dialogo che va oltre l'immaginazione, che rimane sconvolto negli errori che ci circondano. Le voci di quelle madri che piangono i loro figli morti per l'ingiustizia che ci governa, per le guerre, per le malattie e per tutto ciò che la vita ci pone davanti. Il sussurro del vento che si affievolisce fin a scomparire e lasciarti solo alle tue riflessioni... Bravissimo Vito 5s... me la conservo. Ciao.
  • Marhiel Mellis il 03/09/2009 11:49
    Ho letto attentamente questa delicatissima poesia che trovo particolarmente incisiva soprattutto nel tuo dialetto...
    Bello questo vento interiore che s'accalora di ciò che l'ingiustizia causa... bello comunque andare avanti sperando sempre nel meglio!!! Complimenti Vito! Ciao e grazie dei msg. A presto!
  • Anonimo il 03/09/2009 09:43
    bella... come vento nei capelli...
    grazie della traduzione... son NODDICA...
  • Anonimo il 03/09/2009 00:18
    il dialogo con la natura e si, bisognerebbe che tutti dialogassimo, dopo tutto è parte di vita e merita rispetto, apprezzo vivamente questa poesia. ciao salva.
  • Anonimo il 03/09/2009 00:15
    bella e musicale
  • Anonimo il 02/09/2009 22:09
    non so perche ho avuto i brividi anche io bella
  • giusi boccuni il 02/09/2009 21:39
    bella, anche in vernacolo
  • Inchiappa Vito I Song il 02/09/2009 20:46
    Il vento

    Ieri sera sono uscito
    per distrarmi un po’.
    Il vento fresco e leggero
    soffiava alle mie orecchie.

    “Mi senti? Sono la voce
    di chi non ha parola
    se mi ascolti ti parlo”

    Ero incredulo!
    Mi guardai intorno
    e non c’era nessuno.

    “Non aver paura, ti sono amico,
    ti faccio odorare il profumo
    dei gelsomini
    e l’aria salmastra del mare”

    Si zittì per un attimo,
    come per prendere fiato
    e, soffiando, smosse
    le foglie che ricoprivano il marciapiede.

    “Sono stanco
    per la tempesta
    di ieri.

    Quando sento le voci straziaanti
    di madri che piangono
    i figli morti,
    le grida di anime inconsolabili
    di vecchi e di bambini
    uccisi
    per una guerra
    che non hanno dichiarato loro,
    o per fame e malattia
    per colpa di un mondo indifferente …
    mi perdo d’animo …
    scappo
    e corro sempre più forte
    quando questi sventurati
    che mi inseguono
    diventano ancora più numerosi.

    Scuoto persino il mare
    e batto violentemente contro ogni cosa
    mi si para davanti:
    alberi e case,
    e trascino via
    quel che trovo
    alfine di far sfogare
    la rabbia che li affligge.

    Quando ritorna il sereno
    mi sento meglio anche io
    e, col cuore in pace,
    ti abbraccio, fratello mio.

    Finito di parlare
    un repentino forte soffio
    mi fece rabbrividire.

    Il vento scomparve.
  • loretta margherita citarei il 02/09/2009 20:27
    bello questo dialogo il vento che si sfoga con te apprezzata

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