Due dune sono apparse,
davanti gli increduli occhi,
lisce, perfette, biancheggiavano,
e il desiderio mi cresceva dentro,
nell’incanto di glutei convessi.
Nel solco che divide in due l’orizzonte,
cerco il mio rifugio,
che negli appartati lembi,
regna il silenzio urlante,
di tempesta e canto.
Succosi datteri ti farò gustare,
di miele e carnosa polpa,
la lingua, il palato, la bocca,
il mio sapore t’imbriglia,
t’afferra, t’assale, ti spoglia.
Per giorni, mesi, anni,
ho attraversato deserti,
sotto un sole rovente,
e ora m’avvampo
su dune cocenti.