Voglio scegliere le mie parole
godere nel musicarle
neologismizzarle
non sono poco esse sai
finchè ci pensiamo con parole
determinano conseguenze
ci definiamo, includiamo ed escludiamo possiblità
per la paura di non saperle definire
inventare
sapresti immaginare una parola nuova
per un sentimento non ancora definito
amo il tradimento consumato all'ambito di definizione
detournata fin da quando l'ebbi sposata
e forse quindi tradimento non della parola, ma dell'idea
non del suo senso e fare, ma della sovrastruttura
mi avete in messo in bocca le vostre lingue calde e stanche e vecchie
crepate, aride zolle, e io ho leccato consunzione
sporche di carie parole consunte, bruciate, legatesi a sè stesse
parole estive e novembrine ribaltate, senza sentirne il ritmo, e il ritmo delle stagioni
parole lacci e doveri, parole palcoscenico e rimane lo spettacolo
di cio' che si consuma senza più parole e commenti, il soldo, l'orario, la noia
canute sofferenti e zoppicanti, parole si fanno il proprio opposto
voglio scegliere le mie parole nuove
artigianali
lucidare le corrispondenze, fra i termini gabbia e le evoluzioni
e le filiazioni di parole
e partorire il non-senso di parole vecchie ed eterne,
dio
rivoluzione
bestia
uomo
ho digerito nel mio stomaco e nei nervi le parole, le sto facendo vissuto
fino a vederle nei muri e negli euro, nelle sbarre e nel sesso
perdutosi e perduto in queste vostre paure di parole
il senso
punk parole dada surf
voglio scegliere le mie parole e parlarle
quando la poesia filosofia antropologia si sia svestita e svuotata, partorita e vomitata
allora forse non basteranno le parole, mi dite
allora come d'altronde neanche adesso, bastano
ma voglio scegliere le mie parole, respirarle, e darvele con dentro il mio alito vivo.