Fluttuano sullo spazio
in "moto perpetuo"
fraseggi
di biscrome e semibiscrome,
di minime e semiminime,
disegnano
il pentagramma della sterile realtà
perdendosi nel mistero dell'esistere,
tra pause,
sincopi
e suoni lontani di parole pleonastiche,
composte di sensazioni,
prorompenti passioni,
appigli rimossi,
dolori nascosti,
comunicazioni interrotte
dove l'ego fa da padrone,
ghignando sui sensi,
in un circolo vizioso
tra sogno e reale
combatte una guerra
dove il superficiale è il nemico
nell'incolmabile abisso
dell'incompreso elucubrare riflesso
laddove cerchi l'attimo,
tra battiti aritmici,
trovi la consapevolezza del nulla.