Baciami ora,
che mi chiami ‹cuore›
e sei vicina,
come l’allodola al mattino!
Baciami ora
che, nell’aria bruna,
scotti d’amore
e gridi alla luna!
Ecco,
divieni musica,
danza di sospiri,
puro gioco di fremiti,
nell’aria che respiri.
Un’unica corolla,
un gambo, un solo fiore,
come chiamarla vita
l’assenza dell’amore?
Un attimo d’incanto,
noi due, un solo ‹io›,
sussurri: ‹ T’amo tanto! ›
ed io mi sento un dio.
F. Pastore