Com'eri bella, famigliola, un dì,
quando sedevi tutta al focolare,
ed eri unita, e tutto era così
particolare.
De' nonni cari l'austerità,
i vecchi insegnamenti da seguire;
c'era tra i figli la curiosità
per l'avvenire.
Com'eran liete le tue serate,
fatte di piccoli, ricchi sapori,
raccontavan di cose passate
i genitori.
Com'era, un tempo, il paese qua giù,
con la linea del treno e la stazione,
le foglie gialle sotto il cielo blu,
lungo il vialone.
Tu, sorellina, ascoltavi, ma poi
solo lasciavi il gatto sul divano,
e scomparivi dalla stanza coi
ninnoli in mano.
Da la finestra, su la sedia, a piè
scalzo, puntavi gli occhi su la via,
finché la mamma chiedeva: "Dov'è
Annamaria?".
Quante giocate, nonno, tu ed io,
lunghe di carte, e risa. Sul braciere,
già tra fette di pane, un crepitio
di olive nere.
Di grossi ceppi tra un vivo calor,
nenie, mentre tessevi 'l bianco lino,
tu, bianca nonna, cantavi d'amor,
a capo chino.
Com'eri bella, famigliola, un dì,
quando sedevi tutta al focolare,
ed eri unita, e tutto era così
particolare.