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Città Fantasma

Dalle finestre ancora
le facce di quei bimbi piccoli
che guardavano ammaliati
la grandezza della natura circostante;
nell’aria ancora le voci
e le grida delle persone che
correvano lungo le strade ora ormai
abbandonate e solitarie che
solo le formiche percorrono ancora.
Gli alberi,
testimoni di segreti e di confidenze,
ora conoscono solo
il canto degli uccellini…
Quel palazzo sempre attraversato da
persone indaffarate ora è percorso soltanto dal
vento che si introduce dalle finestre ormai
distrutte dal tempo…
Dalle casette vicine vedo ancora
l’aprire e il chiudersi delle porte,
il camino ancora lascia fuoriuscire il fumo bianco
e le grida delle madri che
chiamano il loro figli per il pranzo
sono ancora vive dentro la mia mente.
I campi attraversati ora soltanto da lucertole,
sfuggenti e velocissime,
prima erano smossi dalle lame di un aratro
vinto dalla ruggine…
L’uscio di quel casolare ormai coinvolto
Dall’edera era pieno di foglie morte e
Granelli di sabbia che prima erano
Spazzati via da massaie affannate al sorgere di quel
Timido sole mattutino…
Nell’aria ancora udivo il ticchettio del loro
Lavorare a maglia spesso distratto da un venditore che
Con il suo canto insistente,
interrompeva quell’equilibrio di quiete.
Nessuno vive più quella città fantasma se non
I ricordi che neanche il tempo consuma!

 

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