Scrivo queste parole nelle tenebre, nel buio fosco
dove nessuno può capire o riflettere, pensare
ragionare, concludere, affondare
È così che le cose si svolgono
tra pietà e parsimonia
dove nessuno vuole rischiare
prendersi meriti, sfracellarsi
che noia assurda, che orrore, che tristezza
siete tedio che ingorga le vene del cuore
pazzeschi, subdoli, patetici
nei finti sorrisi e gli sguardi ammiccanti
Troppo presi ad esaltare il vostro ego
nella nullità dei fallimenti
giocando a ruoli che non vi competono
e vi rendono ridicoli, davanti al mondo giudice
Occupati da sciocchezze, stupidaggini belle
e buone, tanto che non vedete tutta la polvere
che vola, davanti ai vostri occhi
il declino di persone che non si guardano più
neanche in faccia
Non sparatemi, non ho colpa
sono cresciuto nel fango, e si muore sempre li
anche se con tenacia ho provato ad uscirne
ogni tentativo era una vana scomposizione