C'è tra le stanze
della nostra casa,
una stanzetta che non è
abitata:
è la tua, Desirée,
bimba mai nata.
C'è un letto rosa;
non c'è più la culla
perché ora,
saresti signorina.
L'arredo, è tutto
bianco:
bianco il comò, l'armadio,
il comodino...
C'è un specchiera:
bianca la cornice,
presso cui siedi
a pettinar le chiome;
oh i tuoi capelli... Vellutati,
neri,
neri fluenti
sulle bianche spalle.
Guardo i tuoi occhi:
come sono belli...
Bruni, sognanti
su spazi di cielo...
Sì somiglianti a quelli
della mamma.
Nella stanza,
rimane la pianola:
a sera, quando chiudon
le persiane,
suoni per me, figliuola;
suoni per tutte le madri
che non ebbero
creature;
suoni per tutte
le nonne
che non ebbero
nipoti.