Chino s’un fianco, sbandato, riposa
preda della notte sbiancata alla luna.
Con lacrime di ruggine striati i sogni.
Sono sogni salati dalle reti da pesca
dai pesci morenti a dibatter la coda
sull’assito lucente di squame argentate.
“Maledetta notte orfana delle tenebre
potesse celarmi allo sguardo del mondo! ”
"Maledetta luna accecante ed impietosa
come le bestemmie lanciate alla bonaccia
dai pescatori stanchi di aspettare al sole!".
Ieri possedeva le onde di prua e godeva
delle preghiere del nocchiero alla tempesta
sfilacciate gomene oggi pendono al vento.
Ospita la sorte di un essere immondo
sdraiato s’un fianco, ubriaco, riposa.
Sogna di un fiasco e d’un misero pasto
del volto dei figli, della morte e sorride
sbava vino e memorie, di celarsi trascura.
Scorre rivolo di vomito sul ponte di legno
brilla di nuovo l’assito indurito e riarso
il vecchio peschereccio riflette ancora la luna.