Sicurezza
é una coperta
sdrucita
e questa radio
che trova il paradiso
nei dolcetti orientali
nella sibilla
spartana
Mi é rimasto quel biglietto
di un gioco segreto
vissuto a schizzi
su un pavimento di marmo
in primavera
l'odore delle rotaie
della polvere di ferro brillante
del fiele cosciente
lacrimato
ingoiato
Correvo da te
a casa
quando le mani mi bruciavano e
a stento
avrei riconosciuto la mia sagoma
tra miliardi
in quel buco di spettri
in quella gabbia psichedelica
Correggere l'errore
come la mira
per centrare in pieno
l'orgoglio di una
ferita
sottopelle
immensa
indescrivibile
Prendo il polso
tra le dita
e intuisco la debolezza
del contrappunto
ma sento
pompar qualcosa
tra le segrete di questo corpo
estraneo
dentro di me