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Spegnendo un lume, un salto di luce

Ai recinti delle meridiane rubo ombra
e sugli intonaci dei campanili
i rintocchi spettinano crepe a ciocche:
qui compongo a labbra
i batocchi del tuo seno sonoro.

Tu sei la schiena di quel duro colle che s'anticipa
nel valico di una lontananza incerta
ma se avanzo a dita aperte negli avvalli
opponi castità melliflue
a guizzi di vocali intense.

E fermi l'uscio al chiuso.

Dammi una ruga che mi danzi intorno
sulla tua esile scorza un raggrinzire vacuo
mi accora
ma pattino ruotando i polsi
perché il palmo colga la lanugine istigata a guardia
di ogni attesa di percorso.

O di timore.

Cosa,
per questa fuga che ti attardo?

Sei tino di fragranza
spillato a goccia:

rade al punto che nessuno schiocco di castagne al fuoco
provocò salive tanto liquide alla bocca.


E come vino solido rafforza
ad ogni primitiva piena il tino si accalora.

 

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5 commenti:

  • Anonimo il 01/11/2009 23:55
    Una poesia dal sapore antico, quel romanticismo misto alla passionalità che conserva il gusto piacevole della vera poesia.
    Complimenti, un scrivere molto interessante e affascinante
    Ciao
    Angelica
  • Minalouche TS Elliot il 01/11/2009 23:44
    Una splendida poesia che, tra abili e ricercati versi, parla di passione. È la prima tua opera che leggo e, dopo aver letto il commento di Ugo, sicuramente non sarà l'ultima. Ancora complimenti.
  • loretta margherita citarei il 31/10/2009 19:12
    ben scritta complimenti
  • Anonimo il 31/10/2009 11:20
    poesia...
  • Ugo Mastrogiovanni il 31/10/2009 10:22
    Giordano è un profondo conoscitore della psiche e del corpo femminile! È un amante poeta, un ricercato in tutte le sue manifestazioni espansive. Con la sua poesia, che si fa affascinante già dalla prima lettura, smonta e rimonta il suo prezioso oggetto; lo rifinisce con le sue attenzioni, cerca di plasmarlo così come lo immagina, anche se non ci riesce a fondo e la sua composizione, con il suo avanzare ci affascina.
    Ero già rimasto ammirato dalla lettura di diverse opere di questo autore, sono felice di rileggerlo in Poesieracconti perché so che ne vale la pena.

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