Picchio
a caso
arrovellando
tormentate dita
sui tasti
bianchi e neri
di confusi
consumati
amori
di un antico
pianoforte
piango di gioia
in forte dolore
di infinite ottave
rido
mi distruggo
nei semitoni
del passato
in un pianto caduto in folle
perse lacrime
alla fonte
dell'essere
di fronte
in uno spartito
mai letto
sparito
da sempre
desto
nell'orecchio
vivo
illuminando
vite
di scanzonate memorie
armoniche
celate
in luminose
immagini
note