Città eterna
dai mille volti antichi,
ruderi dimessi.
Ancor alteri,
una civiltà sontuosa.
Fili d'erba fan da corona
sassi e pietre
raccontan la storia.
Cesare le strade ha calpestato,
suo il sangue versato.
Gladiatori combattenti,
udite bene,
ancor si sentono destreggiar d'armi
nell'anfiteatro Flavio,
architettonico
glorioso esempio.
Parmi udire
voci soffocate,
gente annichilita
pregar furtiva.
Proprio lì
nella Catacomba è
Santa Domitilla.
Città mia
ti canto con emozione
pensando ai fasti
di quella stagione.
Anch'essa teatro di
umane carneficine,
pari a tutte l'epoche sono.
Ricordando la gloriosa posizione,
tutte le strade
portano a te.
Ti vivo oggi
in altra dimensione
più terrena,
meno umana,
non per questo
meno amata.