Come un asino
caricato di tutti i miei princìpi
per riposarmi fino a un nuovo ordine
li scaricherò non visto
ad uno ad uno costeggiando una discesa
Si infiammeranno come le fascine
a mezzanotte del giovedi santo
rotolando liberamente - almeno loro -
prima di perdersi in una valle nebbiosa
spergiura della conoscenza
di un disumano sacrificio
che invece pullula di vecchie conoscenze
È lì da qualche parte a trafficare mio fratello
che mi imbarazza perché egoista meschino
anima cremata a ricavare un magazzino
dal suo ingombrante loculo interrato,
perennemente scarico, con un taccuino in mano
dove registra il suo dare e avere cautelativo
e lo ripone soltanto quando io tremo dal freddo
e con disinvoltura gli chiedo le sue ceneri
per riscaldarmi lontano dai miei fuochi