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[Senza titolo]

Come un asino
caricato di tutti i miei princìpi
per riposarmi fino a un nuovo ordine
li scaricherò non visto
ad uno ad uno costeggiando una discesa
Si infiammeranno come le fascine
a mezzanotte del giovedi santo
rotolando liberamente - almeno loro -
prima di perdersi in una valle nebbiosa
spergiura della conoscenza
di un disumano sacrificio

che invece pullula di vecchie conoscenze
È lì da qualche parte a trafficare mio fratello
che mi imbarazza perché egoista meschino
anima cremata a ricavare un magazzino
dal suo ingombrante loculo interrato,
perennemente scarico, con un taccuino in mano
dove registra il suo dare e avere cautelativo
e lo ripone soltanto quando io tremo dal freddo
e con disinvoltura gli chiedo le sue ceneri
per riscaldarmi lontano dai miei fuochi

 

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9 commenti:

  • giusi boccuni il 27/11/2009 22:07
    ognuno vede ciò che vuol vedere, come giustamente si è detto nei commenti precedenti... a me questa tua fa venire in mente il gioco del doppio, delle parti, conscie e inconscie, del teatro dell'essere... sempre affascinante lo scrivere di Nicola, ricercato, mai banale
  • Marta Niero il 23/11/2009 02:11
    forse sono stanca io, ma non per l'ora tarda ma mi sembra di cogliere la richiesta del nostro caro nicola al suo se stesso più serio, ligio al dovere e pensieroso di prendersi un periodo di ferie per permettergli di vivere con un po' di leggerezza in più
    un forte abbraccio carissimo
  • Giuseppe ABBAMONTE il 21/11/2009 07:49
    Di asini è piena la letteratura: l'asino dell'ultima strofa di "davanti San Guido" di Carducci, l'asino di Ignazio Silone che trasporta vino e beve acqua, l'asino descritto da Nicola nell'Asinaria, l'asino di Verga richiamato da Nadia, e cosi' via.
    Ma questo è un asino particolare. Che scarica i principi perchè essi prendano fuoco in un redivvo falo' delle vanità, che chiede le ceneri all'anima cremata del fratello per rscaldarsi.
    Ognuno puo' vederci quello che vuole e quello che sente.
    Dal nulla, al tutto, al niente, all'universo.
    Intensa e particolare. Indecifrabille e lapalissiana.
    Come solo Nicola riesce a fare.
    Giuseppe
  • Giancarlo Abbamonte il 18/11/2009 23:13
    Per me è tutto basato sul nostro Io interiore... quell'Io che può essere sia meschino e arrogante, e quindi va messo a tacere, sia debole e tristemente ingenuo, e ovviamente sono caratteristiche che nn siaddicono alla nostra società.
    Ma il finale ha un che di costruttivo e spaventoso perchè, come vada a finire la nostra vita non si sa, ma sicuramente ciò che siamo veramente, tutti i nostri desideri e comportamenti più nascosti, verranno a galla per tenerci stetti nella consapevolezza che la maschera costruita intorno a noi si è SGRETOLATA... certo è una cosa che potrebbe essere già successa..."ciò non mi è dato di sapere"
  • Nicola Saracino il 12/11/2009 10:56
    Sì, è possibile trovare tanti asini in letteratura... affaticati e non. Nicola
  • Anonimo il 12/11/2009 09:09
    Mi è venuta in mente la novella del Verga "L'asino si San Giuseppe".. la povera bestia che stramazza di fatica e ancora non è abbastanza.
    piaciuta
  • Nicola Saracino il 11/11/2009 23:33
    Che dirti... prova a cambiare autore! Con simpatia, Nicola
  • marcello cardinale il 11/11/2009 22:48
    Sarò ignorante ma proprio non capisco cosa vuoi dire se la loretta applaude almeno mi facesse capire
  • loretta margherita citarei il 11/11/2009 16:41
    intensa profonda veritiera

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