È di sera che scrivo le alchimie,
e convinco i fiori.
Segno il rudimento del corpo
e vado mischiando cicloni,
e la sinistra geometria.
Penso a lei, che è una donna misteriosa
e le piace lavorare in spettri blue:
il vento del Nilo allontana i residui di nicotina dalla lingua,
l'eroina nelle vene
e materiali pesanti come il rosmarino,
o il pene del caprone.
Dalla rosa marcia e dalla nicotina faccio grappa
e picchio nei rullanti che,
più tardi, la foresta incendia.
Sveglio i rospi, viscosi, e abito con loro
in un'isola dove non piove mai
e nessuno dorme.
Lancio la confusione sulle piante.
Le lumache avanzano dai campi alle cattedrali;
cercano la città.
I muri traslocano,
paraventi di pietra, unta di fece,
offuscano il paesaggio di ciliegie dove le larve fischiano.
L'amore è viscoso?
Nessuno mi riesce a dimenticare, pensavo io.
Ma i cavalli passano, come nuvole di sidro,
sull'erba
e con le narici costruiscono i papaveri.
Lo spirito diabolico sulle acque
diventa l'alcol delle emozioni rare.
Ho ogni giorno di più meno tifosi.
Non lascio, però, che le frecce brucino.
Io sono ancora cittadino dell'isola single.
Infine, non sarò mai completamente sconfitto,
perché è di notte che scrivo le alchimie e
lei sa che mi ama.