Scorgo i Lari,
nella penombra,
proteggere la mia casa
davanti al focolare,
in una memoria ancestrale
senza dimensione.
I tuoi occhi scrutarmi
a penetrarmi l'anima,
la tua voce accorata
con parole d'amore,
tentare di commuovermi.
Osservo la mia bambina,
in una culla d'ebano antico,
tra trapunte colorate,
dormire di un sonno profondo,
dove io smarrisco i miei sogni.
Noto la muffa
che ha corroso l'intonaco dei muri,
il tuo seno scoperto,
dopo una notte d'amore.
T'immagino...
sognare un altro domani senza affanni,
in un tempo che fluisce
e la vita distrugge|!