Come remore avvinte ai pesci,
nei loro esodi
verso spiagge ignote,
solcheremo il mare del dolore
versando lacrime dai nostri occhi spenti,
nel nostro rincorrerci, ritrovarci,
perderci ancora per amore.
Come meduse evanescenti
alla deriva dei lidi,
relitti morenti nell'agonia
dei loro cristalli,
innalzeremo al chiaro di luna
il nostro pianto,
tra reti lacerati dalla tempesta
e pescatori senza volto,
in un tempo di attimi in frammenti,
dove io ti chiamerò, tu mi chiamerai,
inutilmente!