Quando,
nei profondi
tristi occhi
guardi l'emigrante
che timido
ti tende la mano,
vedi i buchi
nelle valigie di cartone,
portate a spalla
da chi ha vagato
sulle strade del mondo,
con la remota speranza,
poche volte appagata,
di piegare un destino
che il luogo natio
gli ha strappato di mano.
Vedi
quanto han pagato
i nostri padri,
schiavi nelle miniere,
che per due lire
ed un tozzo di pane,
hanno fatto la fortuna
di molti paesi civili.
Vedi
i sogni,
passati dai buchi
di vite sgualcite,
svaniti,
lungo le vie del non ritorno.
Quando
nei profondi
tristi occhi
guardi l'emigrante
che timido
ti tende la mano,
pensa a tutto questo
e in lui
vedrai un fratello
che la vita
ha sradicato
e piegato come un fuscello
in inverno inoltrato.