Sento nei miei occhi il mio morire
in uno stillicidio di sangue
che mi corrode l'anima,
tra memorie di dolore che fluiscono
e non mi lasciano più vivere.
No sono più mare ormai!
Soltanto piccola medusa morente
alla deriva dei lidi,
barca abbandonata sull'arenile,
dalla carena distrutta
dopo la tempesta,
tremulo bagliore di luna
per sbaglio caduto sulla baia.
Ora nel silenzio rarefatto
senza parole,
dai lavacri dell'anima,
sgorgano perle di lacrime
a lavare il mio disincanto
e il mio peccato,
in un tempo senza domani
dove il fragile Ruben
non ha più sale per lenire le sue ferite,
disperato, solo, dimenticato,
frammento inutile di nulla
tra frammenti di niente!