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Impasse d'amour

L'andirivieni remoto
eterno Andante o Minuetto,
sbadiglio secolare,
coronamento invernale
e dinamica estiva statica.
Abbracciavo il Tuo corpo di Gichero
pian pianino esilmente;
rovesciavo ardito volto
sugl'inquieti scalmi
barcollii dei tuoi seni.
Docilmente m'accarezzi
sinuosa Proda d'estasi,
silente coacervo d'olezzi.
Meritavo gli smerigli di Tea
a me protesi ardori,
voluttuosi ossimori d'amori,
inusitata veste eraclitea?
Non so darTi risposta, ad or,
l'attesa Tua adamantina
colora d'eleganza il lucente
Bozzolo divelto dal cuor
della Crisalide nascente!
Vorrei dirTi d'aspettar
non so fin quando.
Almeno rendimi i sospiri
corrucciati dall'oblio
dei Tuoi occhi di Falena!

 

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6 commenti:

  • michele marra il 22/04/2007 10:56
    La poesia per avere un futuro deve tendere all’essenzialità.
    Superiamo il decadentismo con una nuova poetica di ricerca dei termini, di corretta allocazione della parola, di messaggio completo e compiuto, prima nella mente del poeta e poi esteso agli altri.
    La lirica non può essere solo sfogo del poeta, ma messaggio per gli altri.
    Cosa deve fare il poeta? La sua è la ricerca della parola, del termine giusto da inserire al proprio posto, della scultura del “termine” della venatura della parola, come se fosse marmo. Solo così decollerà il nuovo rinascimento della poesia.

    Michele Marra
  • loredana bassani il 26/02/2007 14:42
    richiede concentrazione ma molto enfatica.. bravo
  • Giovanni Di Girolamo il 09/06/2006 12:04
    Ciao Elisa,
    grazie... sei troppo buona!

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