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L'indagatore dell'incubo

Stanza semibuia, mostruose sculture
abbelliscono l'ambiente, nauseabondo odore
cammina assaggiando l'antico legno -screpolato- dei mobili.
L'indagatore, seduto sul divano,
urla : "Giuda Ballerino!",
-ha udito le maledette parole
della cliente-, si ritorna a Inverary, Zona del Crepuscolo.
Il tempo si è fermato, le ore non contano più,
il tempo è finito in un ciclo continuo
di universi paralleli, ma io -poeta- non
credo al parallelismo -e voi lettori?-.

Un giorno mi sono ritrovato -non so come!-
in una stanza semibuia, mostruose sculture
abbellivano l'ambiente, nauseabondo odore
camminava assaggiando l'antico legno -screpolato!- dei mobili.
Aprii un cassetto. Dei tanti suppellettili presenti
rinvenni un libricino di Edgar:
"Appunti segreti sul caso Valdemar",
Lo scrittore fu preso, intrappolato, catturato:
dal medesimo "TEMPO".
Ah, misero Tempo! quanti danni ci arrechi!
E mentre ti supplichiamo non
siamo nemmeno certi della tua esistenza!

Ma se tu non vivi, allora perchè noi
poeti dobbiamo rendere conto del "tempo" dei Verbi?
Ma se tu non esisti, allora perchè "c'E'" un ieri, oggi o domani?
Forse perchè ogni giorno che passa è ancora più monotono
del giorno precedente.

 

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2 commenti:

  • Vincenzo Capitanucci il 31/12/2009 08:42
    Bravissimo Salvatore... perchè dobbiamo rendere conto del Tempo...

    a volte mi piace usare il passato remoto... per provarmi che il tempo del tempo è passato...
  • fabio amato il 30/12/2009 21:53
    Bella bravo

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