Che strano stasera
sentir la tua voce
tu parli
ed io penso
ne avevo scordato il colore
quel sapore di amaro che amavi lasciare
e quelle lacrime che tu non vedevi
salavano il cuore
Silenzi di ore
sospesa a quel filo
e poi la tua voce..
assetata di te
bevevo parole
mi era sfuggita... caspita, forse perchè senza titolo... ma dai, glielo devi dare... che so, Non odo parole... oppure... Parole parole parole... o Inizio d'una fine... ce n'è a bizzeffe. Tornando alla poesia mi è piaciuta molto, meno per lui che non sa quel che si perde. Un abbraccio ed una spalla robusta sulla quale ridere gioiosamente.
È veramente bella la tua poesia, Giovanna: riesci a trasmettere condizioni di vita condivise da molti. Quante volte ci sentiamo parlare addosso, senza riuscire a capirsi veramente. E spesso l'amore ci impedisce di essere sereni...
Bravissima!
Ciao
Ignazio
Le parole amano lasciare il segno, ora solo una pura descrizione di un quotidiano quasi amaro ricordo. Inascoltata la tua presenza, questo il titolo che potrei suggerire cara Giovanna. un bacio
Nella commedia "Natale in casa Cupiello" Luca (Eduardo De Filippo), rivolgendosi alla moglie Concetta, spiega la telepatia con la frase "io non busso e tu apri la porta..." Nell'ultima strofa c'è tutto il dolore di una telepatia finita, ed è inutile bussare con le parole ad una porta che non si apre più... Molto bella...