Era l'estate del vento
quel sambuco aggrovigliato alla vita
le labbra strette in quel tuo essere mio
quando dormivo sui palmi
in quei passi che invertivano rotte
in quel cielo di fine stagione
dove moriva l'eterno
sbadigliava in silenzio
in un fluire indistinto.
Era goccia di pioggia su ciglia bagnate
su scarpe piene di sabbia
e bruciava la vita
nel rintocco di campane lontane
nella quiete dell'acqua
in una luna scucita
nella mia bocca che cercava sorrisi
nella disarmante bellezza di quei fiori in letargo
quando solo due mani solcavano il cuore
coprivano i sogni
su di me che camminano nuda
a vendere le nuvole.