Li vedo di sfuggita
nascosti dalle ombre
dagli aloni di odio
che sovrastano su di loro
e mi sento tremendamente giù.
La loro bellezza ipocrita
i trucchi per sembrare
qualcosa che non si è,
qualcosa che non si può
essere.
E ridono, copiosamente
in continuazione, loro,
ridono.
Ridono di me,
ridono delle mie esperienze
ridono della mia gioia,
della mia aspettativa
e del mio cuore.
Prendono e lanciano nel mare
tutti i miei sogni
e mettono in bacheca i mie sbagli.
Ho paura, paura della loro bellezza,
dei comportamenti che mi vogliono
far accettare, e non riesco a liberarmene.
Loro e la loro bellezza,
sporca bellezza che sa di vomito,
rancida beatitudine.
Io vedo la bellezza negli occhi spenti,
nei lamenti e nelle urla di dolore,
nel chiedere aiuto e nel essere fieri
di non averne bisogno.
Vedo la bellezza e la libertà
nella trascuratezza, nella disperazione.
Ma sono di più loro, e non posso farci niente
subire e resistere,
piangere e disperarmi,
non è troppo differente,
e non posso farci nulla.