Tornerai da noi, vecchio pirata,
tu che hai riso in faccia alle tempeste,
che ti sei messo in tasca i sette mari,
un rum ventenne ti abbiamo conservato,
color d'oro e di miele, color pelle di mulatta,
C'è buona birra per il Norreno Olaf,
che sul mare si librò, nordico drago,
che gelò i Caraibi d' artico terrore,
lui tufferà la barba nella schiuma,
per scaldare il suo cuore di vikingo,
Un whisky verseremo per Edelwin Mac Barry,
e poi un altro, ed altri quattro ancora,
a dissetare l'ira secolare,
dall'alba della storia tramandata,
agli indomiti pargoli di Scozia,
E fumeremo sigari panciuti,
regalo, questo, di Sebastian Alvarez,
occhi del più notturno nero, baffo elegante,
espugnatore di trepide pulzelle,
sconfitto dai cannoni de La Habana,
Ti aspetta qui Florita la meticcia,
metà figlia di un milite di Spagna,
metà prole di prinicpi e di oscuri dei,
che sapeva danzar come le fate.
ma sulla plaza fu bruciata come strega,
Fu denunciata da una pallida contessa,
della quale, ahimè, con poca classe,
tu disdegnasti le voglie di bigotta,
e che Florita, già sul rogo, sfidò e derise,
fin quando mille fiamme le arsero la voce
Dispiegando mille vele di trionfo,
troppo tardi per amarla eri tornato
ed ululasti, come un lupo, la tua pena,
alla notte, all'oceano, alle stelle,
non c'eran tombe, dove deporre un fiore
La morte tu cercasti su ogni rotta,
e dall'alto del più alto dei pennoni,
con volo d'angelo un giorno ti librasti,
spada nel pugno, ghigno da demonio,
fra decine di lame di nemici.
Tornerai da noi, vecchio pirata,
tu che hai riso in faccia alle tempeste,
che ti sei messo in tasca i sette mari,
bevi il tuo rum, ed afferra fra le braccia
la tua Florita, in eterne danze.